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Catone della vecchiaia). Dialogo filosofico,
composto da Marco Tullio Cicerone nel 44 a.C., a tre interlocutori: Catone il
Censore, Scipione Emiliano e Lelio. Il protagonista, giunto sino alla più
tarda età, tesse l'elogio della vecchiaia, argomento consueto nella
letteratura filosofica ellenistica. L'età del vecchio, secondo Catone,
non è da temere, così come non è da temere la morte, e
cioè l'atto estremo della vita che può dare all'uomo
l'immortalità. Polemizzando contro le quattro accuse che si muovono
solitamente ai vecchi (corpo malato, impossibilità di raggiungere i
piaceri sessuali, impossibilità di compiere opere di bene, vicinanza alla
morte) Catone illustra e afferma le ragioni per cui può essere
l'età più propizia al raggiungimento d'una relativa
felicità terrena.